Mamma e imprenditrice? Questione di equilibrio

  • 2 anni fa
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Come riesci a far convivere l’essere madre di tre figli con la gestione di un’azienda complessa come Re/Max Arteka (56 personalità e caratteri diversi tra agenti e consulenti)?

Mi fanno spesso questa domanda e tutte le volte mi riempie d’orgoglio.

L’ammirazione, 100% al femminile, di chi conosce le difficoltà di far coesistere due mondi così complessi e antitetici si scontra con la consapevolezza di chi ce l’ha fatta, e mi rendo conto che nel fare impresa, la vera impresa è riuscire a far stare tutto in equilibrio.

Per cominciare, devi volerlo fortemente e sapere cosa ti aspetta. Non si possono prendere queste decisioni con leggerezza perché la quotidianità ti travolge. Per il resto, si può fare. È possibile gestire un’azienda e crescere anche dei figli e io, insieme a tante donne come me, sono la prova che è possibile, ma non facile.

Io sono solo una donna normale con tanta determinazione e una forza di volontà da Guinness dei primati. Questo però non basta, devi anche attingere a tutto l’aiuto possibile: tuo marito prima di tutto; poi genitori, fratelli, sorelle, baby sitter, amici e parenti fino alla terza generazione. Il segreto è pianificare tutto il pianificabile per ridurre al minimo gli imprevisti, poi avere sempre un piano B, C e D per poter gestire gli imprevisti che inevitabilmente accadranno.

Ne vale la pena? Assolutamente si. Le soddisfazioni sono moltiplicate per due. La mia esperienza personale, però, mi ha portato a non giudicare mai nessuno. Non critico, né tanto meno disapprovo le donne che scelgono di dedicarsi interamente ai figli, rinunciando alla carriera. Però dico sempre che non è mai troppo tardi per intraprendere una carriera di successo.

La formula Re/Max è davvero un’opportunità per tutti, in qualsiasi fase della vita. La sua grande forza è la possibilità di organizzare il lavoro in base alla propria agenda personale, incastrare gli impegni, gestire liberamente il proprio tempo e uscire dalla trappola dei rigidi orari d’ufficio. Non giudico, ma non accetto scuse, quindi. I figli nascono, richiedono tante attenzioni, poi crescono e vanno via; non diventino alibi per alimentare vite insoddisfatte.

C’è sempre una seconda opportunità per tutti, ma anche una terza, una quarta, etc.

Mi piacerebbe conoscere il tuo punto di vista. Contattami in privato, se ti va.

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