Adesso si chiama gamification, fanno master universitari, corsi di specializzazione e va tanto di moda, ma Re/Max l’ha sempre utilizzata e ha fondato il suo successo su alcuni di questi principi.
Si tratta, volendo semplificare al massimo, dell’utilizzo di meccanismi tipici di giochi e videogiochi in ambiti completamente diversi, al fine di migliorare ed ottimizzare alcuni processi, come quelli aziendali ad esempio.
Ragionare per obiettivi, premiare determinati comportamenti, accedere a bonus esclusivi, incoraggiare la competizione su task specifici e salire di livello nella carriera professionale. Sono tutti meccanismi classici che ritroviamo nel gioco.
Gioco qui non significa, sia chiaro, non prendere sul serio ciò che si sta facendo. Vuol dire, piuttosto, alleggerire certi processi, aumentare il coinvolgimento e stimolare una sana competizione.
Perché facciamo le top del mese tra i consulenti Arteka? Non solo perché qualcuno si possa vantare in agenzia di aver primeggiato sul collega (la sana competizione fa crescere tutti), ma per stimolare gli altri consulenti a fare meglio; serve anche a dimostrare, soprattutto ai novizi, che certi obiettivi apparentemente irraggiungibili sono invece abbordabili, con impegno e dedizione.
Le dinamiche del team, tanto care a noi di Arteka, non sono forse ispirate alle dinamiche del gioco? Si gioca insieme e si vince insieme, solo se ciascuno fa la sua parte. Concetti vicinissimi al gioco come: spirito di gruppo, collaborazione, cooperazione, raggiungere obiettivi prefissati, misurarsi nelle performance, essere affiancati da una guida esperta, accrescere continuamente le proprie conoscenze e, sopra ogni cosa, fare esperienza di ogni singolo momento per crescere e andare avanti.
Le aziende adesso guardano alla gamification perché coinvolgere i dipendenti e rendere l’ambiente di lavoro più sereno e conviviale aiuta a far crescere e rendere più produttivo il team di lavoro e l’azienda stessa.
Re/Max lo fa da sempre. E voi?
