Il talento non ha età

  • 2 anni fa
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Ultimamente c’è un gran parlare sull’argomento donne over 40 e loro disponibilità al lavoro.

Mi aggancio a questo concetto nel tentativo di andare oltre. È indubbio che la gestione della famiglia nella vita di una donna sia una questione di non poco conto. Siamo tutte cresciute nel sogno romantico del trovare l’amore e vivere per sempre felici e contente, ma poi la realtà è fatta di pannolini sporchi, lavatrici, pasti da cucinare e totale assenza di tempo libero. È anche vero che non esistono più i lavori logoranti di una volta, quindi spesso una cinquantenne di oggi è piena di energie, ha una grande maturità, molta esperienza ed un equilibrio psicofisico assolutamente invidiabile. È altrettanto vero che nella maggior parte dei casi i sogni si inseguono da giovani, le carriere si costruiscono facendo errori e imparando da questi, e serve sempre qualcuno che ti dia l’opportunità di provare, e anche di sbagliare.

Il ruolo di un’imprenditrice che possa definirsi tale non è forse anche quello di dare ad alcuni, i più meritevoli sicuramente, l’opportunità di inseguire i propri sogni, a prescindere dall’età? Non è forse quello di emozionarli, motivarli, coinvolgerli e renderli partecipi dell’impresa? Faccio centinaia di colloqui ogni anno e trovo persone davanti a me che, con il loro carico di emozioni, la loro storia e le loro vicende personali mi sorprendono e mi trasmettono sempre qualcosa di nuovo. Ogni storia è differente e ogni soggetto è unico. Poi ovviamente siamo sempre chiamati a fare delle scelte, a rinunciare a profili anche promettenti, ma non c’è sensazione più appagante di scoprire un diamante grezzo proprio dove non avresti mai pensato di trovarlo.

Io a 40 anni sono diventata mamma per la terza volta e i miei figli mi danno sempre una motivazione incredibile: sono la ricarica energetica che mi ravviva quando sono giù. E una donna la famiglia non la lascia mai a casa, non è mai un peso che si alleggerisce nel tempo, ma è il nido a cui tornare, la base in cui ricaricarsi. Anzi, cerchiamo di liberarci da questo concetto negativo della famiglia come se fosse una zavorra che ci tiene giù e ci impedisce di volare. La famiglia è dove stai bene, dove ti senti a casa. Con le mie collaboratrici ed alcuni consulenti storici siamo cresciuti insieme, professionalmente e umanamente. Re/Max Arteka è parte della mia famiglia.

Io credo che non conti l’età, piuttosto conta la voglia di mettersi in gioco, la determinazione nel perseguire gli obiettivi, la capacità di non perdersi per strada, tutte attitudini che sono scritte nel DNA, non nella data di nascita.

E tu, cosa ne pensi?

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