Giornata internazionale della Donna

  • 2 anni fa
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Ogni anno per la Festa della Donna i miei sentimenti sono sempre controversi.

Da una parte ritengo corretto che si celebri l’essere donna, intesa soprattutto come essere umano profondamente diverso dall’uomo; perché ho sempre creduto che le differenze vadano esaltate invece che appiattite, ed è lì che risiede la ricchezza e l’unicità di ciascuno di noi. Dall’altra, mi rendo conto che è una festa farcita di molta ipocrisia, che mentre festeggia la donna contemporaneamente la umilia, confinandola al solito ruolo dietro le quinte.

Non voglio sembrare una femminista convinta, perché non lo sono. Piuttosto mi rendo conto che c’è una differenza enorme tra i buoni propositi e la realtà.

Viviamo in un paese che garantisce una sostanziale parità giuridica per quanto riguarda le regole di accesso al mondo del lavoro, tentando con delle norme di eliminare le discriminazioni di genere, a partire dalla diseguaglianza retributiva dei contratti di lavoro. Poi, però, siamo circondati da stereotipi culturali del passato che oppongono una enorme resistenza al cambiamento: così si istituiscono quote rosa in ogni ambito e ci si emoziona quando una donna potrebbe addirittura diventare Presidente della Repubblica o Presidente del Consiglio.

Voglio anche uscire dalla solita retorica della donna che ha una marcia in più e della mamma in carriera che fa i salti mortali per gestire la propria famiglia.

La verità è che in Italia la donna, anche nel 2022, fa una fatica enorme ad affermare se stessa nel mondo del lavoro, conciliando il proprio successo con una serena e idilliaca vita matrimoniale. Per riuscirci deve avere accanto, per cominciare, un uomo che ragioni con la propria testa e sappia affrancarsi da quegli stereotipi culturali di cui sopra; poi, un’opportunità che le dia una possibilità, in un mondo del lavoro molto complicato. Infine, il coraggio di provarci nonostante tutto, mettendo a tacere quel sottile senso di colpa che attanaglia tutte noi, mentre dedichiamo del tempo ai nostri sogni invece di occuparci di casa/famiglia/marito/figli.

Nel mio piccolo, in Arteka, faccio quotidianamente colloqui a chi aspira a diventare un consulente immobiliare. Devo dire che sono molte le donne che ci provano, la maggior parte con grandi qualità, e riescono sempre a trovare un equilibrio tra i loro impegni familiari e la voglia di abbracciare un’opportunità di carriera. Nel settore immobiliare la motivazione è il motore che ti fa crescere e raccogliere risultati e so per esperienza che le donne che riescono a conciliare le fatiche e le gioie dell’essere moglie e/o mamma con le ambizioni di una vita professionale gratificante, come me per esempio, sono sempre state le risorse più affidabili e agguerrite sulle quali ho potuto contare nella mia agenzia.

Il mio invito a tutte le donne è quello di non rinunciare mai alla propria carriera e alle proprie ambizioni.

Il mondo ha sempre più bisogno di donne che ricoprano ruoli importanti, che prendano decisioni strategiche, che mettano in circolo la loro sensibilità e la capacità di risolvere qualsiasi conflitto senza mostrare i muscoli. Oggi ancora di più.

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